«Volle il Padre delle
misericordie che l'accettazione della predestinata Madre precedesse
l'incarnazione, perchc così come una donna aveva contribuito a dare
la morte, una donna contribuisse a dare la vita, il che vale in
modo straordinario per la Madre di Gesù, la quale ha dato al mondo
la vita stessa che tutto rinnova e da Dio è stata arricchita di
doni consoni a tanto ufficio. Nessuna meraviglia, perciò, se presso
i santi Padri invalse l'uso di chiamare la Madre di Dio la «Tutta-santa»
e immune da ogni macchia di peccato, dallo Spirito Santo quasi plasmata
e resa nuova creatura». Le parole del n. 56 della LG proiettano,
di fronte al nostro spirito, la figura della creatura nuova nello
Spirito Santo, la creatura che è destinata a offrire al mondo Gesù,
la vita stessa che tutto rinnova.
Ci
troviamo già di fronte al nocciolo della nostra riflessione: Maria,
nuova creatura; Maria, madre della nuova creazione; Maria, colei
che accoglie in Cristo Gesù la Creatura nuova per eccellenza, la
vita che rinnova tutto il mondo.
Lo
sappiamo bene: secondo Paolo, la nuova creatura per eccellenza,
è Cristo Gesù. Diciamo nel Simbolo: «Nato da Maria Vergine,
per opera dello Spirito Santo». È lui la nuova creatura, l'Adamo
nuovo, secondo l'immagine di Paolo, specialmente al cap. V della
lettera ai Romani e al cap. XV della prima lettera ai Corinti; e
Maria è la creatura nuova che riflette l'immagine perfetta del nuovo
uomo, secondo il quale ogni uomo deve rinnovarsi, conformandosi
alla sua immagine, per essere autentico figlio nel Figlio.
Nuova creatura, Cristo riflette il volto del Padre, chi vede Lui
vede il Padre (cf Gv 14,9); è l'uomo perfetto. Solo avvicinandoci
a lui, perdendoci in lui, possiamo in qualche modo, in quanto è
consentito alla nostra natura, riflettere, non solo nel nostro sembiante
esterno, ma al di dentro, per opera del suo stesso Spirito, la sua
immagine.
Creature nuove in lui. Secondo Paolo, non si tratta di un'immagine
esteriore; è l'uomo interiore, soprattutto, plasmato dallo Spirito,
che deve essere riformato e rinnovato a immagine del Cristo Gesù.
La stessa rigenerazione operata nel lavacro battesimale, fu operata
per il rinnovamento nello Spirito Santo, dirà l'Apostolo. Questo
rinnovamento, come ha offerto al mondo il Figlio prediletto del
Padre, l'Unigenito, così offre al mondo, nel parto doloroso la cùi
rivelazione è tanto attesa, l'immagine dei veri figli di Dio.
Nuova creatura a immagine e somiglianza perfetta di Gesù è Maria,
plasmata nello Spirito Santo e resa come nuova creatura; come ci
ricorda il Vaticano II. Creatura nuova, che nell'ordine della pura
natura, è più vicina a noi, sotto un certo aspetto, di Cristo Gesù:
essa è infatti una pura donna, una povera del Signore, un'umile
creatura, che come noi deve tutto al Figlio; è nostra sorella sul
piano stesso della nostra vita.
Guardando a lei, noi comprendiamo, come ebbe ripetutamente a sottolineare
Paolo VI, l'immagine autentica della creatura nuova, della creatura
che riflette in pieno l'immagine e somiglianza impressa da Dio nel
nostro primo padre all'alba della creazione. Guardando a lei i cristiani
possono comprendere come si giunge ad essere in perfezione nuove
creature nella santità e nella giustizia, rinnovati perennemente
nello spirito, accolto già nel bagno della rigenerazione per riflettere
interiormente ed esteriormente Cristo, per essere Cristo, per donare
Cristo, per annunciare con la vita di carità, soprattutto, Cristo,
creatura nuova che contimualmente nel suo spirito rinnova la terra.
All'alba della creazione la Scrittura ci parla di uno spirito che
passava sulle acque (cf Gn 1,2). Ripetutamente i Padri hanno
applicato questo passare dello Spirito allo Spirito Santo; come
all'inizio, nella primavera della creazione, così nella nuova creazione
è lo stesso Spirito che scende come ombra sulla Vergine per la nascita
della prima creatura nuova, il Cristo Gesù; per quella nascita ella
era stata preparata in virtù dei meriti di Cristo come creatura
nuova fin dal primo istante della sua Immacolata Concezione.
Creatura nuova per la nuova creazione in Cristo Signore, che germinalmente
già fiorisce sulla terra in Cristo Gesù nelI'incarnazione; per quella
nuova creazione che sboccerà dal costato di Cristo sul Calvario
dove Maria sta, non semplice spettatrice, ma attrice principale,
indissolubilmente unita a Cristo, secondo il progetto dell'Eterno,
in tutta l'opera della salvezza; così sarà con gli apostoli nell'ora
del Fuoco che annuncerà la nuova creazione pubblica della Chiesa,
sposa di Cristo immacolata, senza macchia o ruga o alcunché di simile,
creata per essere nel Cristo e con Cristo - per opera dello Spirito
Santo - la Madre della vita nuova.
Maria, creatura nuova, nella giustizia e nella santità. La santità
dell'origine. I nostri teologi della tarda scolastica si sono attardati
spesso, forse più del necessario, a studiare lo stato della cosiddetta
«natura pura»; una mera ricerca filosofica su una realtà
che non è mai esistita concretamente, perché l'uomo è venuto alla
vita materiale e insieme a quella secondo Dio, in quanto creato
a immagine e somiglianza del Signore, «deificato» fin
dal primo istante, portato da Dio nel suo seno. Non ci fu uno stato
di natura pura: ci fu la grazia dell'origine. Il peccato indubbiamente
ha sciupato il piano di Dio, piano che però, sappiamo, in Dio non
ha pentimenti, secondo la Scrittura.
L'uomo è creato per la santità, l'uomo è creato per la giustizia,
I'uomo è creato per vivere la vita di Dio; o, come fortemente sottolinea
la teologia dell'Oriente, per essere deificato, per mostrare in
sé la presenza di Dio stesso.
Dispiace che ancora certa teologia, contemplando il mistero dell'Immacolata
Concezione, sottolinei soprattutto l'aspetto negativo, mentre la
stessa tradizione della Chiesa con la bolla dogmatica Ineffabilis
accentua l'aspetto positivo della grazia iniziale nella Vergine,
soprattutto l'essere soggetta in tutto allo Spirito, in tutto guidata
dallo Spirito, in tutto alla mercè dello Spirito. Lo Spirito di
amore e di santità, quello Spirito al quale attribuiamo, secondo
la Rivelazione, tutta l'opera meravigliosa di Dio nella nostra santificazione;
quello Spirito, vivendo nel quale e col quale, siamo santi; lasciandoci
guidare dal quale, ci perdiamo - attraverso Gesù - nel Padre; lo
Spirito che ci eleva continuamente verso la fonte di ogni santità
col sussurro ineffabile dell'«Abbà Padre» affinché attraverso
il dialogo dell'accoglienza e della risposta alla Parola, viviamo
nell'unione intima con Dio, diventando persone disponibili alla
sua azione santificatrice nel mondo.
La santità della Vergine, fin dall'inizio, è santità di accoglienza
piena. La teologia dell'accoglienza, caratterizzata dalla libertà
che l'uomo deve avere, non solo psicologicamente, ma anche teologicamente,
per essere disponibile a Dio, in Maria è piena fin dall'inizio.
Dio stesso ha creato la Vergine per questa accoglienza di nuova
creatura. Ed è bello pensare, che Dio, dall'eternità, pur contemplando
(si perdoni la parola agostiniana), la «massa» del peccato,
vedeva almeno una creatura nuova, sempre nuova, perché esclusivamente
aperta al suo Spirito e al suo Amore.
La santità dell'origine è dunque la santità dell'accoglienza piena.
I teologi del '500 e '600,
talvolta hanno asserito che la Madonna, amica di Dio fin dalla sua
Immacolata Concezione, con piena coscienza, ha accettato questa
grazia e ha detto subito di sì. È più semplice e più umile, quando
la Rivelazione non parla, rimetterci al progetto ordinario di Dio.
Una cosa è certa: la libertà interiore della Vergine, come disponibilità
alla santità dello Spirito che dominava in lei, la spinse fin dal
primo istante della sua conoscenza a di re il suo si a questa santità,
ad affidarsi e consacrarsi in pieno a Colui che l'aveva consacrata
fin dall'origine per essere esclusivamente Sua.
La santità dell'origine è l'annuncio della nuova creazione. Nell'incarnazione,
noi troviamo che l'accoglienza del progetto annunciata dall'angelo,
si fa vita con l'inizio della nuova creazione. L'inno Akathistos
sottolinea il mistero di questa nuova creazione che si opera proprio
nel mistero dell'annunciazione. Qui l'accoglienza è piena, nella
fede; il progetto di Dio è accolto nel mistero dello Spirito Santo.
Come sarà stato nello spirito di questa Vergine pura il primo incontro
diretto, quello almeno che conosciamo dalla Rivelazione, col mistero
della Santissima Trinità?
Sente parlare di un Dio che è Padre e manda il suo Figlio; sente
parlare di uno Spirito Santo che si introduce come principio vitale
nella sua esistenza in vista dell'incarnazione; «come avverrà
questo? non conosco uomo», dirà Maria, in rapporto alla sua
situazione, al suo proposito verginale. Non fa obiezioni, per quanto
sappiamo dal racconto lucano, al mistero della Trinità; crede, accoglie,
adora, ma soprattutto si mette a disposizione. È l'atteggiamento
fondamentale di Maria. In lei l'accoglienza è sempre disponibilità,
come sarà poi dell'accoglienza della Parola che nascondeva nel suo
cuore, un fermento di vita che la fa sintonizzare con la volontà
di Dio, mettendola interamente a disposiiione della sua opera salvifica.
Come sarà nell'accoglienza della Parola fatta carne e immolata sulla
croce nel sì alla redenzione; come sarà nell'accoglienza del fuoco,
che a titolo nuovo la rende Madre degli Apostoli e della Chiesa
nella Pentecoste.
La santità dell'accoglienza del progetto con disponibilità piena
allo Spirito Santo, nel mistero dell'incarnazione che è l'inizio
della creazione nuova, porta, secondo i Padri, alla primavera della
nuova creazione; quella primavera che si è affermata sul Calvario
nel mistero della redenzione. Maria
è vicina a Cristo, sintonizza in pieno con lui Dio l'ha voluta nuova
creatura proprio in vista della nuova creazione. E come nella fede
ha detto il suo sì al mistero dell' incarnazione redentrice, così,
nella fede, sotto la croce dice il suo sì a Dio pienamente fusa
nel suo Signore Gesù, mossa dallo stesso Spirito Santo.
Il lavacro della croce come rigenerazione di cui Paolo parla, unendolo
al rinnovamento dello Spirito, avviene in questa cooperazione della
Vergine santa, umile, semplice, silenziosa, nello stile che è proprio
delle grandi opere di Dio. La creazione nuova, che lava tutte le
singole.creature, apparirà in maniera straordinaria nuova alla Pentecoste
con il fuoco dello Spirito, quando nascerà pubblicamente questa
nuova creazione che è tutta la Chiesa della nuova Alleanza, anch'essa
sbocciata dal cuore di Maria come dal costato di Cristo sul Calvario,
anch'essa nascente dal suo cuore ripieno di Spirito Santo alla Pentecoste.
Gli uomini nuovi che sono creazione nuova, non sono singole creature
isolate, ma Chiesa, che con Maria e in Maria, sotto l'alito dello
Spirito, nella fiamma e nel fuoco, nasce per essere annunciatrice
e donatrice della nuova creazione.
Creatura nuova, la Vergine, realizza il suo piano nella luce della
nuova alleanza. Si può dire sotto un certo aspetto che l'Immacolata
Concezione è già l'inizio dell'Alleanza nuova, Alleanza che sarà
firmata con il sì della Vergine nel momento dell'incarnazione. È
nota la famosa espressione di S. Tommaso che parlando dell'incarnazione
e dell'annunciazione asserisce, con profondità teologica, certamente
contemplando tutto il mistero dell'Alleanza, che Maria, in nome
di tutta l'umanità, dice il suo sì iniziale per la nuova creazione.
Della nuova creazione lei, sul piano puramente creaturale, è l'immagine
più pura e più nitida; non solo perché possiamo guardare a lei,
come ha detto il poeta-teologo Dante, come alla «faccia che
a Cristo più somiglia», ma perché veramente essa rappresenta
la creatura nuova nello Spirito e dello Spirito. Dio, il Signore,
è Spirito, e dov'è lo Spirito del Signore è la libertà.
L'azione misteriosa dello Spirito viene richiamata da Paolo e da
Giovanni, specialmente. Dai loro scritti risulta chiaramente che
non si può essere di Dio, vivere con Lui e secondo Lui, né a disposizione
del suo amore nel mondo, senza essere creature di Spirito Santo;
ci dicono che lo Spirito Santo, che ci è stato dato, è nostro; che
lo Spirito ci ha sigillato, ci ha unto, ci ha santificato; che abita
in noi come in un tempio e in una casa; che ci accompagna sempre
come amico, avvocato, consolatore; che supplisce alla nostra debolezza
e alla nostra incapacità essenziale di oranti; che ci suggerisce
la parola da dire di fronte ai tribunali del mondo; che è sempre
con noi per iniziarci al mistero di Cristo stesso verità, introducendoci
sempre in Lui, nostro unico maestro, nostro tutto.
È lo Spirito che è in noi e ci accompagna. I cristiani sono nuova
creatura, non solo se non resistono allo Spirito, non solo se non
mortificano lo Spirito, non solo se non contrastano lo Spirito,
ma soprattutto se seguono lo Spirito, se si lasciano muovere dallo
Spirito. Questi sono i figli di Dio: le nuove creature, cioè quelli
che in tutto «si lasciano muovere dallo Spirito Santo».
Ma tutto questo suppone un'opera di rinnovamento perenne, un'opera
di perenne conversione, un'opera di avvicinamento a lui in vista
di quella libertà interiore senza la quale siamo prigionieri del
nostro io, e perciò non disponibili all'azione dello Spirito.
Oggi la teologia sottolinea di nuovo, in maniera piuttosto vigorosa,
il concetto di libertà e di liberazione. La libertà vera è quella
che l'uomo ha nello Spirito Santo, la morte ad ogni egoismo, la
morte ad ogni ricerca personale, la morte ad ogni interesse per
cui l'uomo cerchi esclusivamente ciò che è suo. La libertà nello
Spirito Santo è il dono concesso a Maria e a lei, a differenza di
tutti noi, senza liberazione, perché ella è stata plasmata dallo
Spirito, in virtù dei meriti di Cristo liberatore, prima di essere
toccata dall'ombra del peccato. Il peccato è prigionia, è schiavitù;
Maria è, tra le creature, l'espressione della libertà assoluta;
manifestazione alla libertà dell'intelligenza, della volontà, della
carne.
Spesso ancora, parlando di lei, si parte dalla libertà della carne;
no! la libertà dello Spirito innanzitutto rifulge in lei, poiché
guidata dallo Spirito tendeva a Dio, nella fede vedeva Lui, cercava
Lui solo. Ripiena di Spirito Santo, l'amata, la piena di grazia,
la prediletta, colei la cui intelligenza servi a Dio solo, è libera
nella volontà, senza stanchezze, né rallentamenti, né torpori; in
Maria la volontà era protesa alla volontà di Dio. La parola dell'incarnazione:
~si faccia di me secondo la tua parola», non è che l'espressione
di tutta una vita venduta esclusivamente al servizio dell'amore.
E anche libertà della carne: una carne pura, una carne santa, una
carne immacolata. Forse, contrariamente a quanto ho affermato prima
sotto un altro riguardo - in una linea di spiritualismo non autentico
- oggi non si vuole più parlare, come si faceva una volta, della
purezza della carne; ma questa è santificata dallo Spirito in Maria.
Secondo i Padri, questa carne la rende veramente degna, anche nel
suo composto umano, di accogliere l'azione dello Spirito per essere
pienamente disponibile a Lui solo. Ed è in questa libertà dell'intelligenza,
della volontà e della carne che Maria, nuova creatura, è capace
di vivere la legge della nuova creazione.
Qual è la legge della nuova creazione? L'amore. Può amare con tutta
la mente, con tutto il cuore, con tutte le forze solo chi è libera,
autentica nuova creatura. E nessuno, come Maria, è stato libero,
nessuno come lei ha amato. In ultima analisi, secondo l'Alleanza
nuova, sa essere creatura nuova chi vive nell'amore e dell'amore,
chi in tutto segue lo Spirito di Amore. E per questo chi è Maria?
La creatura nuova a servizio dell'Alleanza, a servizio esclusivo
di Colui che è il grande libero, nella libertà che nasce dal servizio
per amore.
Una
certa classificazione, come pure una certa psicologia, si era dilettata
in tempi passati a contrapporre libertà e servizio. Guardando Maria,
nuova creatura, noi comprendiamo che più ella è libera, più è serva,
a servizio dell'unico Amore. Sa essere vero servo solo chi è libero,
solo chi, divenuto nuova creatura, impegna tutto se stesso ad essere
disponibile allo Spirito e alla sua opera. Per questo il servizio
della Vergine ha la triplice dimensione della nuova creatura, secondo
le indicazioni di Paolo: la creatura che cammina nella fede, che
gode della speranza, che cammina o resta nell'amore.
La Vergine, indubbiamente illuminata da Dio più di tutti noi, con
una sapienza che certamente era dono dello Spirito, percorse immune
da ogni ritardo causato dalla colpa le strade di Dio; poteva penetrare
Dio e il suo mistero, illuminata dallo Spirito Santo; come noi,
però, camminò nella fede. Credo umilmente, con tutto il rispetto
a chi la pensa diversamente, che non sia in linea col Vangelo parlare
della perenne visione beatifica di Maria in tutto il corso della
sua vita, oggi specialmente che la nuova esegesi, contemplando il
mistero di Cristo redentore secondo la Scrittura, stenta ad ammettere
la visione beatifica, che una volta si diceva «proxime definibilis»,
nel Cristo stesso. Maria camminò nella fede, come noi percorse un
itinerario di oscurità, «senza comprendere», dice il
Vangelo, aderendo al piano salvifico, man mano che investiva la
sua vita e la faceva penetrare nel mistero del Cristo Salvatore
con totalità, come dice il Vaticano II.
Totalità. La fede, quanto più umile e semplice, tanto più è sicura
nell'accoglienza di Dio. La fede è gioia. Oggi si parla spesso del
rischio della fede, ma perché non si parla della gioia della fede?
La gioia di Maria, la gioia della creatura nuova che più di Paolo
può ripetere: «Conosco Colui nel quale ho riposto la mia fede»
(Scio cui credidi, cf 2 Tim 1,12), soggiungendo, non
con le labbra, ma col cuore: abbiamo creduto all'amore. Si è fidata
di Dio. È un pochino la tessera di appartenza alla nuova creazione.
Questa fede va presa però in tutto il suo profondo significato biblico;
la fede mai disgiunta dall'amore; realtà viva di uno che crede all'amore
di Dio perché ne fa l'esperienza.
È questa fede che mantiene Maria nella realtà della speranza. Secondo
i Padri in lei si assommano e compendiano tutte le speranze dell'Antico
Testamento e del Nuovo; ella è tutta attesa, è tutta speranza; questa
attesa e speranza di Colei che eccelle fra i poveri del Signore,
la rende capacità di Dio, capacità di amore, capacità di collaborazione.
Il Magnifcat dei poveri del Signore che esultano nello Spirito
Santo, è il canto della sua speranza; una speranza che non venne
meno, se dobbiamo credere a una sentenza cara ai Padri, neppure
nell'ora della grande oscurità della croce; essa sola seppe attendere,
perché sola seppe sperare. Che cosa sperava? La nuova creazione,
sgorgata dal sangue di Cristo Salvatore nella realizzazione del
progetto di Colui che era stato dato a lei per essere il Salvatore
del mondo dal peccato.
Ed è in questa luce che la nuova creatura, Maria, cammina nell'amore,
cammina in Cristo. È l'azione tipica dello Spirito Santo, lo Spirito
di Gesù, portarci a Cristo per accoglierne tutti i disegni, per
viverne la volontà, per realizzarne, con sintonia perfetta di propositi,
il progetto, perché solo così si diventa amore e si cammina nell'amore.
È così che accogliere lo Spirito significa farne la volontà e amare;
è così che accogliere lo Spirito è lasciarci guidare da Lui verso
Gesù, verso il Padre. La nuova creatura perciò è la creatura nella
quale l'amore domina in pieno; unica sua legge e suo solo ufficio
è l'amore. La nuova creatura è, come Maria, la creatura nella quale
Cristo vive fino al punto che la sua vita in un certo senso scompare
in quella del Signore: «Non sono più io che vivo, è Cristo
che vive in me».
La trasformazione germinale del Battesimo, come sottolinea il Vaticano
II, deve portare a questa trasformazione piena. Si è nuove creature
quando si raggiunge l'età perfetta di Cristo, secondo il progetto
su ciascuno, nella Chiesa e con la Chiesa. Per questo la nuova creatura
è, come Maria, quella che ha in sé gli stessi sentimenti di Cristo,
l'umiltà della kénosis per la glorificazione del Padre nel servizio
della salvezza. La nuova creatura è, come Maria, colei che è figli»
di Dio, che in tutto si lascia guidare dallo Spirito Santo. L'amore
che sospinge nello Spirito, ci costituisce nuove creature, nella
comunione e nell'unità dello Spirito.
Lo Spirito che ci è dato è lo Spirito che ci fa Chiesa, comunione;
è lo Spirito che mentre ci apre nel Cristo al Padre, in Lui ci apre
anche ai fratelli. La Vergine, nel sì delI'accoglienza e della disponibilità
che la fece nella primavera dell'incarnazione creatura nuova, secondo
lo Spirito, in maniera perfetta, aprendo il suo cuore all'invasione
dello Spirito lo apn all'amore di fede per tutta la nuova creazione,
che germinalmente era in lei nel Capo che nel suo seno prendeva
vita.
Aprirsi allo Spirito, mentre da una parte ci fa sentire il suo gemito
che ci eleva verso il Padre, insieme ci fa comprendere e penetrare
il mistero per il quale in Cristo Gesù siamo fratelli, membra dello
stesso corpo, creature chiamate ad essere dono nello Spirito Santo.
Più si accoglie lo Spirito, più come Maria, si è capaci di dono;
più si accoglie lo Spirito, più, come Maria, si è aperti al frutto
dello Spirito in ogni cosa buona, giusta vera, più nasce nella nostra
vita la disponibilità al servizio dell'opera della salvezza nella
Chiesa, nostra madre e nostro amore, più crescono amore, gioia,
pace, pazienza, benevolenza, bontà, fede, mitezza, castità; i frutti
dello Spirito nell'anima di Maria, i frutti dello Spirito nelle
nostre vite.
La creatura nuova è così modellata attraverso l'azione dello Spirito
accolto come Maria e con Maria; una realtà di grazia che ci plasma
ad immagine della nuova creatura che è Cristo Gesù. Poiché la nuova
vita, lasciandoci muovere dallo Spirito, è in crescita e aumenta.
Solo cosi «siamo fortificati nell'uomo interiore per mezzo
dello Spirito Santo» non con uno spirito di timore, ma di
fortezza, di amore, di sobrietà. Con lo Spirito che ci modella,
con lo Spirito che ci attira, con lo Spirito che ci spinge, con
lo Spirito che ci rende un sì vivente all'opera della salvezza.
Poiché non ci si avvicina a Cristo che con Colei che lo Spirito
anima dal di dentro,con la sua grazia e i suoi doni: la Chiesa.
Con la Chiesa che è il grande amore dello Spirito, insieme a Maria;
con la Chiesa che in Maria ha la sua immagine e l'anticipazione
perfetta della nuova creazione secondo lo Spirito, con la Chiesa
che in Maria trova l'aiuto per sapere accogliere, corrispondere,
vivere dello Spirito.
Come ci dice ancora il Vaticano II in un testo che ci riguarda e
riguarda la Chiesa, anche nella sua opera apostolica, la Chiesa
giustamente guarda a Colei che generò Cristo, concepito appunto
dallo Spirito Santo e nato dalla Vergme per nascere e crescere anche
nel cuore dei fedeli per mezzo della Chiesa. La nuova creazione
si realizza in noi attraverso quest'opera della Vergine che, sappiamo
bene, è l'opera stessa dello Spirito Santo, se leggiamo attentamente
e contempliamo il mistero dell'inserimento di Maria nel mistero
di Cristo e della Chiesa, come ci è offerto dal Vaticano II.
Nello Spirito e con lo Spirito, saremo creature nuove, creature
che vivono l'Alleanza nuova, come popolo che conquistato per la
novità della vita, può camminare verso Dio se come Maria si rende
accogliente, disponibile, risponde di si in tutto si lascia muovere
dallo Spirito Santo.
S. Giovanni della Croce, in un testo famoso, nel terzo libro della
Salita al Monte Carmelo, al cap. II n. 10, parla della Vergine con
una sobrietà straordinaria, tratteggiandola in poche parole come
Colei che fin dal principio si lasciò dommare e muovere esclusivamente
dallo Spirito Santo. La
creatura nuova, la creatura che crede, spera e ama, la creatura
che nello Spirito si eleva al Padre e nello Spirito si offre per
la salvezza del mondo; la creatura che è più disponibile allo Spirito,
come madre, mediatrice, aiuto, consolatrice per tutti i cristiani.
La Vergine benedetta riassume in sé anche la realtà della creazione
nuova, la creazione nello Spirito. Non si è mai veramente aperti
a Dio e al mondo come quando si è creature nuove che in tutto contemplano
lo spirito, che in tutto ascoltano lo Spirito, che in tutto seguono
lo Spirito, sche in tutto sono un siì di disponibilità piena per
l'opera dello Spirito nel mondo.
Ho accennato prima, che Maria è «creatura nuova>> secondo
tutta la Tradizione patristica, da Giustino in poi, come «nuova
Eva»; l'essere creatura nuova in lei è orientamento al mistero
della salvezza, al mistero dell'Alleanza, al mistero della comunione
con Dio degli uomini e degli uomini fra di loro in Dio; essa si
abbandona all'opera dello Spirito, nello stile delle grandi grazie
dell'Alleanza dell'Antico Testamento.
Prima creatura nuova, Maria, è la prima consacrata. Il popolo antico
dell'Alleanza ha avuto questo dono proprio come un dono di consacrazione.
«Sei un popolo consacrato a me». Il solo santo aveva
offerto lo Spirito per legare a sé il suo popolo, e questo per un
culto a lui solo. La consacrazione è dedicazione, che si esprime
nell'opera del culto: una liturgia che può avere nell'AT varie espressioni;
una liturgia che nell'Alleanza nuova ripete misteriosamente il mistero
pasquale della morte e della risurrezione chiamandoci, con Maria,
presso la croce, per vivere l'adorazione, la lode, il ringraziamento,
l'implorazione del Cristo Signore, nella Chiesa e per tutta la Chiesa.
L'Alleanza
antica era ascolto. Quante volte sentiamo, nelle pagine dell'AT
la parola: «Ascolta, Israele»; in ultima analisi si
direbbe che vivere l'Alleanza era per l'israelita ascoltare il suo
Signore.In un ascolto non semplice audizione materiale, ma accoglienza
della parola che si fa vita, della parola che assicura una presenza,
di una parola che attira ad un'intimità, di una parola che è fuoco
che porta a lavorare per la salvezza di tutto il popolo.
Maria è la consacrata che accoglie la Parola, è creatura nuova che,
ascoltando così, può seguire Dio.
Un altro carattere della creatura secondo Dio nell'Alleanza: segue
il Signore. Maria ha seguito Dio solo e l'ha seguito facendo, come
si diceva nel programma dell'antico Israele, la volontà di Dio.
La creazione nuova è creazione di amore; l'amore vive, come è vissuto
in Maria, creatura nuova, nel dire sì ai voleri del Signore.
Così, l'accoglienza dei voleri di Dio fermenta in vita. Vita
che rende annunziatori della Parola attraverso il «Magnificat»
proclama delle meraviglie del Signore, attraverso la partecipazione
viva alla quale lo Spirito ci attira per essere accanto a Cristo,
per essere solidali con Cristo, per morire, essere sepolti e poi
potere con Lui risorgere.
Maria è creatura nuova che lo Spirito ha plasmato, creatura nuova
perché è creatura pasquale. Non sembri strano, nei giorni di Natale,
quando la liturgia ci propone la nascita nuova del Signore, richiamandoci
al mistero della nuova creazione, annunciare già il termine della
grande creazione nuova che ci fa creature nuove in Cristo, nel mistero
pasquale che l''ncarnaz~one annuncia e inizia. Maria è creatura
nuova perché è una creatura di Pasqua: è l'unica creatura nella
quale la grazia del Salvatore, accolta in pieno, divenne il sì generoso
della fede fatta fedeltà, corrispondenza, partecipazione al mistero
di Cristo, collaborazione allo Spirito Santo.
Siamo
creature nuove in Cristo Gesù in misura che camminiamo in Lui, restiamo
in Lui, viviamo in Lui, nella sua Pasqua.
La Vergine dello Spirito Santo è la Vergine che ha vissuto il mistero
pasquale per sé e per noi; per noi ha detto di sì allo Spirito,
per noi ha detto di si alla redenzione, per noi ha accolto il Fuoco.
Creatura pasquale, ci vuole creature pasquali che annunziano e testimoniano
la resurrezione come si conviene a creature che non hanno più fermento
antico, ma hanno il fermento nuovo della vita, la vita nella quale
tutto è accoglienza dello Spirito, tutto è ascolto dello Spirito,
tutto è sintonizzazione dello Spirito, tutto è un sì allo Spirito
per essere collaboratori dell'opera di amore del Cristo Redentore
nel mondo.
È questo il termine a cui ci conduce quella creatura nuova nello
Spirito e secondo lo Spirito, che è la Vergine Santissima.
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