di Valentino Macca

   «Volle il Padre delle misericordie che l'accettazione della predestinata Madre precedesse l'incarnazione, perchc così come una donna aveva contribuito a dare la morte, una donna contribuisse a dare la vita, il che vale in modo straordinario per la Madre di Gesù, la quale ha dato al mondo la vita stessa che tutto rinnova e da Dio è stata arricchita di doni consoni a tanto ufficio. Nessuna meraviglia, perciò, se presso i santi Padri invalse l'uso di chiamare la Madre di Dio la «Tutta-santa» e immune da ogni macchia di peccato, dallo Spirito Santo quasi plasmata e resa nuova creatura». Le parole del n. 56 della LG proiettano, di fronte al nostro spirito, la figura della creatura nuova nello Spirito Santo, la creatura che è destinata a offrire al mondo Gesù, la vita stessa che tutto rinnova.
       Ci troviamo già di fronte al nocciolo della nostra riflessione: Maria, nuova creatura; Maria, madre della nuova creazione; Maria, colei che accoglie in Cristo Gesù la Creatura nuova per eccellenza, la vita che rinnova tutto il mondo.
       Lo sappiamo bene: secondo Paolo, la nuova creatura per eccellenza, è Cristo Gesù. Diciamo nel Simbolo: «Nato da Maria Vergine, per opera dello Spirito Santo». È lui la nuova creatura, l'Adamo nuovo, secondo l'immagine di Paolo, specialmente al cap. V della lettera ai Romani e al cap. XV della prima lettera ai Corinti; e Maria è la creatura nuova che riflette l'immagine perfetta del nuovo uomo, secondo il quale ogni uomo deve rinnovarsi, conformandosi alla sua immagine, per essere autentico figlio nel Figlio.
        Nuova creatura, Cristo riflette il volto del Padre, chi vede Lui vede il Padre (cf Gv 14,9); è l'uomo perfetto. Solo avvicinandoci a lui, perdendoci in lui, possiamo in qualche modo, in quanto è consentito alla nostra natura, riflettere, non solo nel nostro sembiante esterno, ma al di dentro, per opera del suo stesso Spirito, la sua immagine.
        Creature nuove in lui. Secondo Paolo, non si tratta di un'immagine esteriore; è l'uomo interiore, soprattutto, plasmato dallo Spirito, che deve essere riformato e rinnovato a immagine del Cristo Gesù. La stessa rigenerazione operata nel lavacro battesimale, fu operata per il rinnovamento nello Spirito Santo, dirà l'Apostolo. Questo rinnovamento, come ha offerto al mondo il Figlio prediletto del Padre, l'Unigenito, così offre al mondo, nel parto doloroso la cùi rivelazione è tanto attesa, l'immagine dei veri figli di Dio.
        Nuova creatura a immagine e somiglianza perfetta di Gesù è Maria, plasmata nello Spirito Santo e resa come nuova creatura; come ci ricorda il Vaticano II. Creatura nuova, che nell'ordine della pura natura, è più vicina a noi, sotto un certo aspetto, di Cristo Gesù: essa è infatti una pura donna, una povera del Signore, un'umile creatura, che come noi deve tutto al Figlio; è nostra sorella sul piano stesso della nostra vita.
        Guardando a lei, noi comprendiamo, come ebbe ripetutamente a sottolineare Paolo VI, l'immagine autentica della creatura nuova, della creatura che riflette in pieno l'immagine e somiglianza impressa da Dio nel nostro primo padre all'alba della creazione. Guardando a lei i cristiani possono comprendere come si giunge ad essere in perfezione nuove creature nella santità e nella giustizia, rinnovati perennemente nello spirito, accolto già nel bagno della rigenerazione per riflettere interiormente ed esteriormente Cristo, per essere Cristo, per donare Cristo, per annunciare con la vita di carità, soprattutto, Cristo, creatura nuova che contimualmente nel suo spirito rinnova la terra.
        All'alba della creazione la Scrittura ci parla di uno spirito che passava sulle acque (cf Gn 1,2). Ripetutamente i Padri hanno applicato questo passare dello Spirito allo Spirito Santo; come all'inizio, nella primavera della creazione, così nella nuova creazione è lo stesso Spirito che scende come ombra sulla Vergine per la nascita della prima creatura nuova, il Cristo Gesù; per quella nascita ella era stata preparata in virtù dei meriti di Cristo come creatura nuova fin dal primo istante della sua Immacolata Concezione.
        Creatura nuova per la nuova creazione in Cristo Signore, che germinalmente già fiorisce sulla terra in Cristo Gesù nelI'incarnazione; per quella nuova creazione che sboccerà dal costato di Cristo sul Calvario dove Maria sta, non semplice spettatrice, ma attrice principale, indissolubilmente unita a Cristo, secondo il progetto dell'Eterno, in tutta l'opera della salvezza; così sarà con gli apostoli nell'ora del Fuoco che annuncerà la nuova creazione pubblica della Chiesa, sposa di Cristo immacolata, senza macchia o ruga o alcunché di simile, creata per essere nel Cristo e con Cristo - per opera dello Spirito Santo - la Madre della vita nuova.
        Maria, creatura nuova, nella giustizia e nella santità. La santità dell'origine. I nostri teologi della tarda scolastica si sono attardati spesso, forse più del necessario, a studiare lo stato della cosiddetta «natura pura»; una mera ricerca filosofica su una realtà che non è mai esistita concretamente, perché l'uomo è venuto alla vita materiale e insieme a quella secondo Dio, in quanto creato a immagine e somiglianza del Signore, «deificato» fin dal primo istante, portato da Dio nel suo seno. Non ci fu uno stato di natura pura: ci fu la grazia dell'origine. Il peccato indubbiamente ha sciupato il piano di Dio, piano che però, sappiamo, in Dio non ha pentimenti, secondo la Scrittura.
        L'uomo è creato per la santità, l'uomo è creato per la giustizia, I'uomo è creato per vivere la vita di Dio; o, come fortemente sottolinea la teologia dell'Oriente, per essere deificato, per mostrare in sé la presenza di Dio stesso.
        Dispiace che ancora certa teologia, contemplando il mistero dell'Immacolata Concezione, sottolinei soprattutto l'aspetto negativo, mentre la stessa tradizione della Chiesa con la bolla dogmatica Ineffabilis accentua l'aspetto positivo della grazia iniziale nella Vergine, soprattutto l'essere soggetta in tutto allo Spirito, in tutto guidata dallo Spirito, in tutto alla mercè dello Spirito. Lo Spirito di amore e di santità, quello Spirito al quale attribuiamo, secondo la Rivelazione, tutta l'opera meravigliosa di Dio nella nostra santificazione; quello Spirito, vivendo nel quale e col quale, siamo santi; lasciandoci guidare dal quale, ci perdiamo - attraverso Gesù - nel Padre; lo Spirito che ci eleva continuamente verso la fonte di ogni santità col sussurro ineffabile dell'«Abbà Padre» affinché attraverso il dialogo dell'accoglienza e della risposta alla Parola, viviamo nell'unione intima con Dio, diventando persone disponibili alla sua azione santificatrice nel mondo.
        La santità della Vergine, fin dall'inizio, è santità di accoglienza piena. La teologia dell'accoglienza, caratterizzata dalla libertà che l'uomo deve avere, non solo psicologicamente, ma anche teologicamente, per essere disponibile a Dio, in Maria è piena fin dall'inizio. Dio stesso ha creato la Vergine per questa accoglienza di nuova creatura. Ed è bello pensare, che Dio, dall'eternità, pur contemplando (si perdoni la parola agostiniana), la «massa» del peccato, vedeva almeno una creatura nuova, sempre nuova, perché esclusivamente aperta al suo Spirito e al suo Amore.
        La santità dell'origine è dunque la santità dell'accoglienza piena. I teologi del '500 e '600, talvolta hanno asserito che la Madonna, amica di Dio fin dalla sua Immacolata Concezione, con piena coscienza, ha accettato questa grazia e ha detto subito di sì. È più semplice e più umile, quando la Rivelazione non parla, rimetterci al progetto ordinario di Dio. Una cosa è certa: la libertà interiore della Vergine, come disponibilità alla santità dello Spirito che dominava in lei, la spinse fin dal primo istante della sua conoscenza a di re il suo si a questa santità, ad affidarsi e consacrarsi in pieno a Colui che l'aveva consacrata fin dall'origine per essere esclusivamente Sua.
        La santità dell'origine è l'annuncio della nuova creazione. Nell'incarnazione, noi troviamo che l'accoglienza del progetto annunciata dall'angelo, si fa vita con l'inizio della nuova creazione. L'inno Akathistos sottolinea il mistero di questa nuova creazione che si opera proprio nel mistero dell'annunciazione. Qui l'accoglienza è piena, nella fede; il progetto di Dio è accolto nel mistero dello Spirito Santo.
        Come sarà stato nello spirito di questa Vergine pura il primo incontro diretto, quello almeno che conosciamo dalla Rivelazione, col mistero della Santissima Trinità?
        Sente parlare di un Dio che è Padre e manda il suo Figlio; sente parlare di uno Spirito Santo che si introduce come principio vitale nella sua esistenza in vista dell'incarnazione; «come avverrà questo? non conosco uomo», dirà Maria, in rapporto alla sua situazione, al suo proposito verginale. Non fa obiezioni, per quanto sappiamo dal racconto lucano, al mistero della Trinità; crede, accoglie, adora, ma soprattutto si mette a disposizione. È l'atteggiamento fondamentale di Maria. In lei l'accoglienza è sempre disponibilità, come sarà poi dell'accoglienza della Parola che nascondeva nel suo cuore, un fermento di vita che la fa sintonizzare con la volontà di Dio, mettendola interamente a disposiiione della sua opera salvifica. Come sarà nell'accoglienza della Parola fatta carne e immolata sulla croce nel sì alla redenzione; come sarà nell'accoglienza del fuoco, che a titolo nuovo la rende Madre degli Apostoli e della Chiesa nella Pentecoste.
        La santità dell'accoglienza del progetto con disponibilità piena allo Spirito Santo, nel mistero dell'incarnazione che è l'inizio della creazione nuova, porta, secondo i Padri, alla primavera della nuova creazione; quella primavera che si è affermata sul Calvario nel mistero della redenzione.        Maria è vicina a Cristo, sintonizza in pieno con lui Dio l'ha voluta nuova creatura proprio in vista della nuova creazione. E come nella fede ha detto il suo sì al mistero dell' incarnazione redentrice, così, nella fede, sotto la croce dice il suo sì a Dio pienamente fusa nel suo Signore Gesù, mossa dallo stesso Spirito Santo.
        Il lavacro della croce come rigenerazione di cui Paolo parla, unendolo al rinnovamento dello Spirito, avviene in questa cooperazione della Vergine santa, umile, semplice, silenziosa, nello stile che è proprio delle grandi opere di Dio. La creazione nuova, che lava tutte le singole.creature, apparirà in maniera straordinaria nuova alla Pentecoste con il fuoco dello Spirito, quando nascerà pubblicamente questa nuova creazione che è tutta la Chiesa della nuova Alleanza, anch'essa sbocciata dal cuore di Maria come dal costato di Cristo sul Calvario, anch'essa nascente dal suo cuore ripieno di Spirito Santo alla Pentecoste.
        Gli uomini nuovi che sono creazione nuova, non sono singole creature isolate, ma Chiesa, che con Maria e in Maria, sotto l'alito dello Spirito, nella fiamma e nel fuoco, nasce per essere annunciatrice e donatrice della nuova creazione.
        Creatura nuova, la Vergine, realizza il suo piano nella luce della nuova alleanza. Si può dire sotto un certo aspetto che l'Immacolata Concezione è già l'inizio dell'Alleanza nuova, Alleanza che sarà firmata con il sì della Vergine nel momento dell'incarnazione. È nota la famosa espressione di S. Tommaso che parlando dell'incarnazione e dell'annunciazione asserisce, con profondità teologica, certamente contemplando tutto il mistero dell'Alleanza, che Maria, in nome di tutta l'umanità, dice il suo sì iniziale per la nuova creazione.
        Della nuova creazione lei, sul piano puramente creaturale, è l'immagine più pura e più nitida; non solo perché possiamo guardare a lei, come ha detto il poeta-teologo Dante, come alla «faccia che a Cristo più somiglia», ma perché veramente essa rappresenta la creatura nuova nello Spirito e dello Spirito. Dio, il Signore, è Spirito, e dov'è lo Spirito del Signore è la libertà.
        L'azione misteriosa dello Spirito viene richiamata da Paolo e da Giovanni, specialmente. Dai loro scritti risulta chiaramente che non si può essere di Dio, vivere con Lui e secondo Lui, né a disposizione del suo amore nel mondo, senza essere creature di Spirito Santo; ci dicono che lo Spirito Santo, che ci è stato dato, è nostro; che lo Spirito ci ha sigillato, ci ha unto, ci ha santificato; che abita in noi come in un tempio e in una casa; che ci accompagna sempre come amico, avvocato, consolatore; che supplisce alla nostra debolezza e alla nostra incapacità essenziale di oranti; che ci suggerisce la parola da dire di fronte ai tribunali del mondo; che è sempre con noi per iniziarci al mistero di Cristo stesso verità, introducendoci sempre in Lui, nostro unico maestro, nostro tutto.
        È lo Spirito che è in noi e ci accompagna. I cristiani sono nuova creatura, non solo se non resistono allo Spirito, non solo se non mortificano lo Spirito, non solo se non contrastano lo Spirito, ma soprattutto se seguono lo Spirito, se si lasciano muovere dallo Spirito. Questi sono i figli di Dio: le nuove creature, cioè quelli che in tutto «si lasciano muovere dallo Spirito Santo».
        Ma tutto questo suppone un'opera di rinnovamento perenne, un'opera di perenne conversione, un'opera di avvicinamento a lui in vista di quella libertà interiore senza la quale siamo prigionieri del nostro io, e perciò non disponibili all'azione dello Spirito.
        Oggi la teologia sottolinea di nuovo, in maniera piuttosto vigorosa, il concetto di libertà e di liberazione. La libertà vera è quella che l'uomo ha nello Spirito Santo, la morte ad ogni egoismo, la morte ad ogni ricerca personale, la morte ad ogni interesse per cui l'uomo cerchi esclusivamente ciò che è suo. La libertà nello Spirito Santo è il dono concesso a Maria e a lei, a differenza di tutti noi, senza liberazione, perché ella è stata plasmata dallo Spirito, in virtù dei meriti di Cristo liberatore, prima di essere toccata dall'ombra del peccato. Il peccato è prigionia, è schiavitù; Maria è, tra le creature, l'espressione della libertà assoluta; manifestazione alla libertà dell'intelligenza, della volontà, della carne.
        Spesso ancora, parlando di lei, si parte dalla libertà della carne; no! la libertà dello Spirito innanzitutto rifulge in lei, poiché guidata dallo Spirito tendeva a Dio, nella fede vedeva Lui, cercava Lui solo. Ripiena di Spirito Santo, l'amata, la piena di grazia, la prediletta, colei la cui intelligenza servi a Dio solo, è libera nella volontà, senza stanchezze, né rallentamenti, né torpori; in Maria la volontà era protesa alla volontà di Dio. La parola dell'incarnazione: ~si faccia di me secondo la tua parola», non è che l'espressione di tutta una vita venduta esclusivamente al servizio dell'amore.
        E anche libertà della carne: una carne pura, una carne santa, una carne immacolata. Forse, contrariamente a quanto ho affermato prima sotto un altro riguardo - in una linea di spiritualismo non autentico - oggi non si vuole più parlare, come si faceva una volta, della purezza della carne; ma questa è santificata dallo Spirito in Maria. Secondo i Padri, questa carne la rende veramente degna, anche nel suo composto umano, di accogliere l'azione dello Spirito per essere pienamente disponibile a Lui solo. Ed è in questa libertà dell'intelligenza, della volontà e della carne che Maria, nuova creatura, è capace di vivere la legge della nuova creazione.
        Qual è la legge della nuova creazione? L'amore. Può amare con tutta la mente, con tutto il cuore, con tutte le forze solo chi è libera, autentica nuova creatura. E nessuno, come Maria, è stato libero, nessuno come lei ha amato. In ultima analisi, secondo l'Alleanza nuova, sa essere creatura nuova chi vive nell'amore e dell'amore, chi in tutto segue lo Spirito di Amore. E per questo chi è Maria? La creatura nuova a servizio dell'Alleanza, a servizio esclusivo di Colui che è il grande libero, nella libertà che nasce dal servizio per amore.
       Una certa classificazione, come pure una certa psicologia, si era dilettata in tempi passati a contrapporre libertà e servizio. Guardando Maria, nuova creatura, noi comprendiamo che più ella è libera, più è serva, a servizio dell'unico Amore. Sa essere vero servo solo chi è libero, solo chi, divenuto nuova creatura, impegna tutto se stesso ad essere disponibile allo Spirito e alla sua opera. Per questo il servizio della Vergine ha la triplice dimensione della nuova creatura, secondo le indicazioni di Paolo: la creatura che cammina nella fede, che gode della speranza, che cammina o resta nell'amore.
        La Vergine, indubbiamente illuminata da Dio più di tutti noi, con una sapienza che certamente era dono dello Spirito, percorse immune da ogni ritardo causato dalla colpa le strade di Dio; poteva penetrare Dio e il suo mistero, illuminata dallo Spirito Santo; come noi, però, camminò nella fede. Credo umilmente, con tutto il rispetto a chi la pensa diversamente, che non sia in linea col Vangelo parlare della perenne visione beatifica di Maria in tutto il corso della sua vita, oggi specialmente che la nuova esegesi, contemplando il mistero di Cristo redentore secondo la Scrittura, stenta ad ammettere la visione beatifica, che una volta si diceva «proxime definibilis», nel Cristo stesso. Maria camminò nella fede, come noi percorse un itinerario di oscurità, «senza comprendere», dice il Vangelo, aderendo al piano salvifico, man mano che investiva la sua vita e la faceva penetrare nel mistero del Cristo Salvatore con totalità, come dice il Vaticano II.
        Totalità. La fede, quanto più umile e semplice, tanto più è sicura nell'accoglienza di Dio. La fede è gioia. Oggi si parla spesso del rischio della fede, ma perché non si parla della gioia della fede? La gioia di Maria, la gioia della creatura nuova che più di Paolo può ripetere: «Conosco Colui nel quale ho riposto la mia fede» (Scio cui credidi, cf 2 Tim 1,12), soggiungendo, non con le labbra, ma col cuore: abbiamo creduto all'amore. Si è fidata di Dio. È un pochino la tessera di appartenza alla nuova creazione. Questa fede va presa però in tutto il suo profondo significato biblico; la fede mai disgiunta dall'amore; realtà viva di uno che crede all'amore di Dio perché ne fa l'esperienza.
        È questa fede che mantiene Maria nella realtà della speranza. Secondo i Padri in lei si assommano e compendiano tutte le speranze dell'Antico Testamento e del Nuovo; ella è tutta attesa, è tutta speranza; questa attesa e speranza di Colei che eccelle fra i poveri del Signore, la rende capacità di Dio, capacità di amore, capacità di collaborazione.
        Il Magnifcat dei poveri del Signore che esultano nello Spirito Santo, è il canto della sua speranza; una speranza che non venne meno, se dobbiamo credere a una sentenza cara ai Padri, neppure nell'ora della grande oscurità della croce; essa sola seppe attendere, perché sola seppe sperare. Che cosa sperava? La nuova creazione, sgorgata dal sangue di Cristo Salvatore nella realizzazione del progetto di Colui che era stato dato a lei per essere il Salvatore del mondo dal peccato.
        Ed è in questa luce che la nuova creatura, Maria, cammina nell'amore, cammina in Cristo. È l'azione tipica dello Spirito Santo, lo Spirito di Gesù, portarci a Cristo per accoglierne tutti i disegni, per viverne la volontà, per realizzarne, con sintonia perfetta di propositi, il progetto, perché solo così si diventa amore e si cammina nell'amore.
        È così che accogliere lo Spirito significa farne la volontà e amare; è così che accogliere lo Spirito è lasciarci guidare da Lui verso Gesù, verso il Padre. La nuova creatura perciò è la creatura nella quale l'amore domina in pieno; unica sua legge e suo solo ufficio è l'amore. La nuova creatura è, come Maria, la creatura nella quale Cristo vive fino al punto che la sua vita in un certo senso scompare in quella del Signore: «Non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me».
        La trasformazione germinale del Battesimo, come sottolinea il Vaticano II, deve portare a questa trasformazione piena. Si è nuove creature quando si raggiunge l'età perfetta di Cristo, secondo il progetto su ciascuno, nella Chiesa e con la Chiesa. Per questo la nuova creatura è, come Maria, quella che ha in sé gli stessi sentimenti di Cristo, l'umiltà della kénosis per la glorificazione del Padre nel servizio della salvezza. La nuova creatura è, come Maria, colei che è figli» di Dio, che in tutto si lascia guidare dallo Spirito Santo. L'amore che sospinge nello Spirito, ci costituisce nuove creature, nella comunione e nell'unità dello Spirito.
        Lo Spirito che ci è dato è lo Spirito che ci fa Chiesa, comunione; è lo Spirito che mentre ci apre nel Cristo al Padre, in Lui ci apre anche ai fratelli. La Vergine, nel sì delI'accoglienza e della disponibilità che la fece nella primavera dell'incarnazione creatura nuova, secondo lo Spirito, in maniera perfetta, aprendo il suo cuore all'invasione dello Spirito lo apn all'amore di fede per tutta la nuova creazione, che germinalmente era in lei nel Capo che nel suo seno prendeva vita.
        Aprirsi allo Spirito, mentre da una parte ci fa sentire il suo gemito che ci eleva verso il Padre, insieme ci fa comprendere e penetrare il mistero per il quale in Cristo Gesù siamo fratelli, membra dello stesso corpo, creature chiamate ad essere dono nello Spirito Santo. Più si accoglie lo Spirito, più come Maria, si è capaci di dono; più si accoglie lo Spirito, più, come Maria, si è aperti al frutto dello Spirito in ogni cosa buona, giusta vera, più nasce nella nostra vita la disponibilità al servizio dell'opera della salvezza nella Chiesa, nostra madre e nostro amore, più crescono amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fede, mitezza, castità; i frutti dello Spirito nell'anima di Maria, i frutti dello Spirito nelle nostre vite.
        La creatura nuova è così modellata attraverso l'azione dello Spirito accolto come Maria e con Maria; una realtà di grazia che ci plasma ad immagine della nuova creatura che è Cristo Gesù. Poiché la nuova vita, lasciandoci muovere dallo Spirito, è in crescita e aumenta. Solo cosi «siamo fortificati nell'uomo interiore per mezzo dello Spirito Santo» non con uno spirito di timore, ma di fortezza, di amore, di sobrietà. Con lo Spirito che ci modella, con lo Spirito che ci attira, con lo Spirito che ci spinge, con lo Spirito che ci rende un sì vivente all'opera della salvezza. Poiché non ci si avvicina a Cristo che con Colei che lo Spirito anima dal di dentro,con la sua grazia e i suoi doni: la Chiesa. Con la Chiesa che è il grande amore dello Spirito, insieme a Maria; con la Chiesa che in Maria ha la sua immagine e l'anticipazione perfetta della nuova creazione secondo lo Spirito, con la Chiesa che in Maria trova l'aiuto per sapere accogliere, corrispondere, vivere dello Spirito.
        Come ci dice ancora il Vaticano II in un testo che ci riguarda e riguarda la Chiesa, anche nella sua opera apostolica, la Chiesa giustamente guarda a Colei che generò Cristo, concepito appunto dallo Spirito Santo e nato dalla Vergme per nascere e crescere anche nel cuore dei fedeli per mezzo della Chiesa. La nuova creazione si realizza in noi attraverso quest'opera della Vergine che, sappiamo bene, è l'opera stessa dello Spirito Santo, se leggiamo attentamente e contempliamo il mistero dell'inserimento di Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa, come ci è offerto dal Vaticano II.
        Nello Spirito e con lo Spirito, saremo creature nuove, creature che vivono l'Alleanza nuova, come popolo che conquistato per la novità della vita, può camminare verso Dio se come Maria si rende accogliente, disponibile, risponde di si in tutto si lascia muovere dallo Spirito Santo.
        S. Giovanni della Croce, in un testo famoso, nel terzo libro della Salita al Monte Carmelo, al cap. II n. 10, parla della Vergine con una sobrietà straordinaria, tratteggiandola in poche parole come Colei che fin dal principio si lasciò dommare e muovere esclusivamente dallo Spirito Santo.        La creatura nuova, la creatura che crede, spera e ama, la creatura che nello Spirito si eleva al Padre e nello Spirito si offre per la salvezza del mondo; la creatura che è più disponibile allo Spirito, come madre, mediatrice, aiuto, consolatrice per tutti i cristiani.
        La Vergine benedetta riassume in sé anche la realtà della creazione nuova, la creazione nello Spirito. Non si è mai veramente aperti a Dio e al mondo come quando si è creature nuove che in tutto contemplano lo spirito, che in tutto ascoltano lo Spirito, che in tutto seguono lo Spirito, sche in tutto sono un siì di disponibilità piena per l'opera dello Spirito nel mondo.
        Ho accennato prima, che Maria è «creatura nuova>> secondo tutta la Tradizione patristica, da Giustino in poi, come «nuova Eva»; l'essere creatura nuova in lei è orientamento al mistero della salvezza, al mistero dell'Alleanza, al mistero della comunione con Dio degli uomini e degli uomini fra di loro in Dio; essa si abbandona all'opera dello Spirito, nello stile delle grandi grazie dell'Alleanza dell'Antico Testamento.
        Prima creatura nuova, Maria, è la prima consacrata. Il popolo antico dell'Alleanza ha avuto questo dono proprio come un dono di consacrazione. «Sei un popolo consacrato a me». Il solo santo aveva offerto lo Spirito per legare a sé il suo popolo, e questo per un culto a lui solo. La consacrazione è dedicazione, che si esprime nell'opera del culto: una liturgia che può avere nell'AT varie espressioni; una liturgia che nell'Alleanza nuova ripete misteriosamente il mistero pasquale della morte e della risurrezione chiamandoci, con Maria, presso la croce, per vivere l'adorazione, la lode, il ringraziamento, l'implorazione del Cristo Signore, nella Chiesa e per tutta la Chiesa.        L'Alleanza antica era ascolto. Quante volte sentiamo, nelle pagine dell'AT la parola: «Ascolta, Israele»; in ultima analisi si direbbe che vivere l'Alleanza era per l'israelita ascoltare il suo Signore.In un ascolto non semplice audizione materiale, ma accoglienza della parola che si fa vita, della parola che assicura una presenza, di una parola che attira ad un'intimità, di una parola che è fuoco che porta a lavorare per la salvezza di tutto il popolo.
        Maria è la consacrata che accoglie la Parola, è creatura nuova che, ascoltando così, può seguire Dio.
        Un altro carattere della creatura secondo Dio nell'Alleanza: segue il Signore. Maria ha seguito Dio solo e l'ha seguito facendo, come si diceva nel programma dell'antico Israele, la volontà di Dio.
        La creazione nuova è creazione di amore; l'amore vive, come è vissuto in Maria, creatura nuova, nel dire sì ai voleri del Signore.
        Così, l'accoglienza dei voleri di Dio fermenta in vita. Vita che rende annunziatori della Parola attraverso il «Magnificat» proclama delle meraviglie del Signore, attraverso la partecipazione viva alla quale lo Spirito ci attira per essere accanto a Cristo, per essere solidali con Cristo, per morire, essere sepolti e poi potere con Lui risorgere.
        Maria è creatura nuova che lo Spirito ha plasmato, creatura nuova perché è creatura pasquale. Non sembri strano, nei giorni di Natale, quando la liturgia ci propone la nascita nuova del Signore, richiamandoci al mistero della nuova creazione, annunciare già il termine della grande creazione nuova che ci fa creature nuove in Cristo, nel mistero pasquale che l''ncarnaz~one annuncia e inizia. Maria è creatura nuova perché è una creatura di Pasqua: è l'unica creatura nella quale la grazia del Salvatore, accolta in pieno, divenne il sì generoso della fede fatta fedeltà, corrispondenza, partecipazione al mistero di Cristo, collaborazione allo Spirito Santo.
       Siamo creature nuove in Cristo Gesù in misura che camminiamo in Lui, restiamo in Lui, viviamo in Lui, nella sua Pasqua.
        La Vergine dello Spirito Santo è la Vergine che ha vissuto il mistero pasquale per sé e per noi; per noi ha detto di sì allo Spirito, per noi ha detto di si alla redenzione, per noi ha accolto il Fuoco. Creatura pasquale, ci vuole creature pasquali che annunziano e testimoniano la resurrezione come si conviene a creature che non hanno più fermento antico, ma hanno il fermento nuovo della vita, la vita nella quale tutto è accoglienza dello Spirito, tutto è ascolto dello Spirito, tutto è sintonizzazione dello Spirito, tutto è un sì allo Spirito per essere collaboratori dell'opera di amore del Cristo Redentore nel mondo.
        È questo il termine a cui ci conduce quella creatura nuova nello Spirito e secondo lo Spirito, che è la Vergine Santissima.

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