Il
n. 65 della Costituzione conciliare Lumen
Gentium, che tratta molto profondamente
dei rapporti tra la Chiesa e Maria, specialmente dell'influsso che
la Vergine esercita sul cammino spirituale e sulla santificazione
della Chiesa, mi sembra ricco di insegnamenti per il mio tema. Vi
leggiamo, infatti, questa significativa
affermazione: «La Chiesa, pensando a Lei con pietà
e contemplandola alla luce del Verbo fatto uomo, con venerazione
penetra più profondamente nel mistero supremo dell'incarnazione
e si va ognor più conformando al suo Sposo».
Qui
è la giustificazione dell'importanza di creare un clima di
preghiera e della finalità e dei frutti che in esso devono
maturare in rapporto alla celebrazione di Maria.
Il
clima naturale è costituito dalle condizioni nelle quali
il nostro organismo vive, si sviluppa, si muove, lavora. Il clima
favorevole si ha quando i vari elementi quali l'aria, i venti, l'umidità,
il calore si vengono a trovare in condizioni tali che
rispondano ai bisogni e all'attività dell'organismo, al suo
benessere vitale. La preghiera può costituire il clima ideale
per una degna celebrazione di Maria. La celebrazione infatti non
è una commemorazione o rievocazione; non si ferma allo studio
e alle riflessioni teologiche, anche se l'approfondimento dottrinale
è sempre un grande valore; risponde piuttosto ad un'attività
religiosa prima di tutto interiore e vitale, che
ci porta a vivere con Maria e in Maria in un rapporto personale,
ma anche comunitario.
Maria
è un grande mistero di grazia e di salvezza, operato dall'azione
della Trinità per glorificarsi in Lei in modo mirabile e
per diffondere torrenti di virtù e di spirituale bellezza
in tutto il mondo creato. Maria nella sua persona, nelle sue virtù
e perfezioni, nella sua missione, nei suoi interventi e nella sua
presenza materna costituisce questo grande mistero, che ci viene
comunicato dalla divina Rivelazione non tanto per farci conoscere,
quanto per farci vivere questa realtà salvifica.
A
questo scopo è ordinata ogni celebrazione per la quale si
deve creare il clima della preghiera. Non dobbiamo infatti dimenticare
che la preghiera cristiana è una realtà vitale; è
in noi il fiorire della stessa vita soprannaturale che ci viene
data nel battesimo, che ci viene aumentata dai Sacramenti; è
la realtà della nostra filiazione adottiva vissuta intensamente,
consapevolmente; quindi è l'esplicitazione, l'attuazione
di tutto il nostro essere soprannaturale di figli di Dio.
In questo mondo soprannaturale, il mistero di Maria, come
afferma la Lumen Gentium, contiene e riverbera i massimi dati della
salvezza, della fede, della Rivelazione; ne segue che penetrando
nel suo mistero, pensandola e contemplandola con pietà filiale,
noi penetriamo sempre più profondamente nel mistero del Verbo
incarnato, penetriamo cioè nel nucleo essenziale del mistero
della salvezza, entriamo nella luce della vita trinitaria, della
Chiesa, della grazia.
Questa
penetrazione si fa certamente con lo studio, la riflessione, la
lettura, l'insegnamento; ma se ci fermassimo qui saremmo ancora
in superficie; il livello più profondo che corrisponde più
da vicino a quello della Rivelazione divina e della realtà
stessa del mistero, si attinge unicamente con la preghiera; specialmente
con quelle forme di preghiera in cui la nostra realtà di
figli adottivi di Dio vibra più intensamente. È l'esperienza
di Dio, la preghiera contemplativa, la preghiera profonda in cui
l'uomo si sente avvolto nella presenza di Dio, portato dall'azione
dello Spirito, immerso nel mistero trinitario che è mistero
di salvezza; e pertanto immerso anche nel mistero mariano, che è
parte importantissima della complessa realtà del mondo soprannaturale.
Creare il clima di preghiera da questo punto di vista, significa
perciò creare in noi un insieme di disposizioni spirituali:
il desiderio, la purificazione del cuore, il raccoglimento, ma soprattutto
quel silenzio interiore che è attesa e concentrazione di
desiderio profondo; è come una invocazione del cuore dell'uomo,
del cuore del figlio adottivo di Dio che si mette in sintonia con
il dinamismo dello Spirito Santo, perché dal dono personale
dello Spirito nasce e dalla sua azione si sviluppa la nostra condizione
di figli adottivi.
È bene sottolineare qui che nei testi di Paolo, sia
nella Lettera ai Romani (8,15) che ai Galati (4,6) lo Spirito della
filiazione adottiva è nello stesso momento e per la stessa
ragione lo Spirito della nostra preghiera filiale. Come dice l'Apostolo:
«Segno che siete figli è che il Padre ha mandato in
voi lo Spirito del Figlio suo, nel quale gridiamo: Abbà,
Padre» (Gal 4,6).
Quindi, dal dono dello Spirito del Figlio che il Padre manda
nel nostro cuore, cioè nella profondità del nostro
essere, nascono simultaneamente nel cuore, cioè nella profondità
dell'uomo, la filiazione adottiva e la preghiera.
Creare il clima della preghiera è creare questo mondo
di riflessioni, di silenzio, di attesa; è, per così
dire, porsi sotto il flusso dello Spirito, mettersi a disposizione
dello Spirito perché compia in noi l'intima rivelazione del
mistero soprannaturale del quale Maria è parte tanto
importante. Il bisogno del clima di preghiera è come un invito
ad entrare in quell'atteggiamento contemplativo interiore per cui
ci poniamo in una riflessione autocosciente su noi stessi e
«prendiamo possesso»
di quello che siamo, impadronendoci della nostra personalità,
vivendo il nostro rapporto veramente personale, profondo, tutti
aperti al cospetto di Dio; o meglio, immersi nel mistero di Dio
perché Dio è in noi, lo Spirito è in noi ed
opera in noi. Il clima della preghiera pertanto è donarsi
allo Spirito, dare la mano allo Spirito per essere guidati da Lui,
perché ci introduca nel mondo delle meraviglie di Dio, che
è il mondo di Maria.
Il testo della Lumen Gentium al
n. 52 ci ricorda che la Chiesa, edotta dallo Spirito Santo, penetra
in questo mistero di Maria, la venera come sua madre con pietà
dolcissima; lo Spirito guida la Chiesa all'imitazione della sua
eccelsa figura, perché Maria è tipo della Chiesa,
è figura della
Chiesa. E la Chiesa specchiandosi in Maria si va perfezionando di
giorno in giorno. Ma compie questo itinerario di scoperta, di approfondimento
e di assimilazione interiore sotto la forza dello Spirito, perché
è la forza di Gesù che fa vivere la sua Chiesa. Essa
è la sposa del Verbo incarnato e possiede il suo Spirito;
per questo possiede la sua preghiera e grida al Padre nello stesso
Spirito di Cristo. E dunque è lo Spirito Santo, lo Spirito
del Signore Gesù donatoci dal Padre, che ci prende e ci porta
ad approfondire il mistero mariano.
Se vogliamo celebrare il mistero di Maria, dobbiamo
entrare in sintonia con il suo spirito. Anche qui si tratta di assimilazione.
La nostra santificazione avviene per l'imitazione di Cristo, ma
anche per la conformazione a Lui; Egli stesso ci «conforma»,
ci dà la sua «forma»,
la sua grazia, la sua santità, i suoi sentimenti, i suoi
movimenti verso il Padre. E, di nuovo, Gesù compie tutto
questo dandoci il suo Spirito. Attraverso questa conformazione viviamo
della vita di Cristo e, come l'Apostolo Paolo, possiamo dire: «Non
sono io che vivo, ma è Cristo che vive in me. La vita che
ora vivo nella carne la vivo nella fede al Figlio di Dio che mi
ha amato e si è dato a morte pe me»
(Gal 2,20).
Questa divina assimilazione ha un suo
corrispondente, un'analogia, anche riguardo al mistero di Maria;
cioè si opera in noi un'imitazione di Maria, una conformazione
a Maria. Dobbiamo entrare, allora, in sintonia con Maria, dobbiamo
possedere la sua grazia, il suo spirito, il suo movimento interiore.
Oso dire: la partecipazione alla sua abissale unione a Dio. Ella
ha raggiunto con pienezza fin dal primo istante quell'unione con
Dio che i santi raggiungono, a livello incomparabilmente inferiore,
al culmine della loro ascesi spirituale. Maria è fin dal
primo momento a questo livello di trasformazione, e «mai nulla
ha operato, dice S. Giovanni della Croce, spinta da motivo umano
o da creatura o forma umana, ma in tutto è stata mossa dall'azione
dello Spirito Santo» (Salita al
monte Carmelo, III, 2,10).
Ecco l'anima orante: Maria è per eccellenza
la creatura della preghiera: è tutta preghiera. E come l'anima
di Gesù è immersa continuamente nella contemplazione
del Padre e in questo amore vive ed opera senza che nulla possa
turbare questo rapporto, così l'anima di Maria, immacolata,
piena di grazia, fatta creatura dello Spirito, è una continua
preghiera, una continua relazione d'amore filiale con il Padre.
Se noi, dunque, vogliamo veramente essere
devoti di Maria, se vogliamo degnamente celebrare il suo mistero
in tutti i giorni della nostra esistenza, dobbiamo perseverare in
questo clima, in questo rapporto, dobbiamo partecipare al suo spirito,
dobbiamo trasfondere in noi la sua santità, la sua virtù.
Come la Chiesa, la quale, come dice il Concilio, continuamente imita
Maria nell'obbedienza, nella fede, nella carità, nella ricerca
della volontà di Dio; e, aggiungiamo noi, nella preghiera,
perché Maria è il tipo
della Chiesa orante.
Ecco un altro motivo per creare questo clima di preghiera,
per vivere in questo clima di preghiera. Non potremo raggiungere
la fusione, la compenetrazione con Maria, con la sua vita, con la
sua santità, con la sua grazia, se non partecipando anche
alla sua preghiera.
Solo l'anima che prega si mette in sintonia
con Maria; potrà cantare con lei il suo Magnificat,
il suo spirito esulterà con
Lei nel Salvatore, sarà un'anima dell'adorazione; sarà
anche, con Maria, il tempio dello Spirito. Vediamo quindi quanto
è importante vivere un clima profondo di preghiera, una preghiera
raccolta, una preghiera che scaturisca dall'interiorità profonda
delle anime sotto l'azione dello Spirito. Ma anche sotto l'azione
di Maria, che vuole trasfonderci il suo spirito di preghiera che
farà emergere dal nostro cuore e dal nostro labbro anche
la preghiera pubblica, la preghiera liturgica, il canto della Chiesa
che in fondo è ripetizione del suo Magnificat. |