di Jesús Castellano Cervera

      Il tema della nostra riflessione, come indica il titolo, è la memoria della Vergine Maria nella celebrazione dell'Eucaristia, come spazio privilegiato del suo ricordo nella Chiesa. Senza lasciare del tutto da parte il fondamento dottrinale di questa memoria, vogliamo piuttosto insistere sull'orientamento pastorale, offrendo segnalazioni e criteri pastorali al riguardo.1 Non è nostra intenzione trattare l'argomento all'insegna di una creatività che scavalcherebbe le norme e i testi ufficiali della Chiesa; anzi è nostro desiderio rimanere fedeli alle norme, anche recentissime, della Santa Sede in materia liturgica col proposito di sfruttare al massimo quanto la Chiesa stessa ci offre come materiale celebrativo nei libri ufficiali e nelle norme che regolano la celebrazione dell'Eucaristia.
      Allo scopo prettamente pastorale vogliamo aggiungere anche il senso della spiritualità liturgica mariana, e cioè che il desiderio di sottolineare la presenza di Maria nella celebrazione eucaristica è proprio quello di far memoria della Vergine, compiere il nostro dovere di venerazione, entrare in comunione con lei per sviluppare una devozione mariana che sia autentico impegno dell'imitazione delle sue virtù, come sottolineano i testi mariani del Magistero più recente della Chiesa, dalla Costituzione Lumen Gentium del Vaticano II alla Esortazione di Paolo VI, Marialis Cultus.2

PREMESSE DOTTRINALI: PRESENZA E MODELLO

      Il fondamento della memoria di Maria nella celebrazione eucaristica è implicito nel senso stesso del suo rapporto con il mistero di Cristo e con la sua celebrazione (cf SC 103; MC Introd. e n. 16). Si può sintetizzare questo rapporto in due parole-chiave: presenza e modello.
       Presenza: Maria, indissolubilmente legata a tutta l'opera salvifica del Cristo e dello Spirito, deve essere di conseguenza presente nel memoriale liturgico della salvezza. La memoria della Madre in senso oggettivo e soggettivo - attualizzazione della sua presenza nella Chiesa insieme a Cristo e memoria della Chiesa nei suoi testi - è doverosa in ogni celebrazione liturgica. Questo è evidente specialmente per l'Eucaristia in quanto sintesi dei misteri, presenza del Verbo Incarnato che è morto ed è stato glorificato, al quale la Vergine è stata ed è indissociabilmente unita.       Modello: Maria è modello della Chiesa nell'esercizio del culto divino (MC 16). La sua esemplarità deriva dal fatto che Ella è stata, come persona, unita a Cristo nel compimento del suo mistero, associandosi ad esso quale Chiesa-umanità. Ora, quando la Chiesa celebra e compie i misteri, guarda al suo modello impareggiabile per adeguarvisi «nell'ordine della fede, della speranza, della carità e della perfetta unione con Cristo... » (Ib.).
      Se questi principi valgono in genere per tutta la Liturgia sono di massima importanza per la celebrazione eucaristica. Non c'è quindi da meravigliarsi se tutta la Tradizione accorda un posto di rilievo alla Vergine nel cuore stesso della celebrazione dell'Eucaristia, cioè nella stessa preghiera eucaristica.3
      Infatti, questa presenza della Vergine nelle preghiere eucaristiche ricorre con accenti caratteristici in tutte le Liturgie d'Oriente e d'Occidente, ed è contenuta in sintesi nelle attuali preghiere eucaristiche del Messale Romano, come indica anche la MC 10. Gli aspetti fondamentali di questa memoria sono:
      * Il ricordo dell'Incarnazione «per opera dello Spirito Santo dalla Vergine Maria», nella sintesi più o meno lunga della storia della salvezza che fa parte del prefazio o del postsanctus, come abbiamo nel prefazio della II Preghiera Eucaristica e nel postsanctus della IV.4
      * I1 parallelismo che in alcune epiclesi si stabilisce tra la discesa dello Spirito Santo nel seno di Maria e sui Santi doni; a volte anche il ricordo quasi simmetrico della discesa dello Spirito sugli Apostoli e Maria nella Pentecoste e nel momento della comunione eucaristica.5
      * La memoria della Vergine nella comunione dei Santi, come quella solenne commemorazione del Canone Romano: «In comunione con tutta la Chiesa...»; oppure nella memoria dei santi della II, III, e IV preghiera encaristica.
      * Questa memoria ha un senso particolare, a nostro giudizio, nella III preghiera in quanto si sottolinea il rapporto di Maria con il sacrificio spirituale della Chiesa attraverso l'opera dello Spirito Santo: «Egli faccia di noi un sacrificio perenne a te gradito... insieme con la beata Maria, Vergine e Madre di Dio».
      * Finalmente, il ricordo della Madonna viene fatto in prospettiva escatologica, come preghiera di speranza per raggiungere con lei e con i Santi la vita eterna: «donaci di aver parte alla vita eterna insieme con la beata Maria, Vergine e Madre di Dio...».
      Alcune Liturgie orientali hanno commemorazioni ancora più esplicite e commoventi. Basti ricordare che la Liturgia etiopica ha due anafore in onore della Vergine;6 oppure che la Liturgia bizantina fa una memoria variabile della Madre di Dio dopo la consacrazione e l'epiclesi per acclamare colei che ci ha donato il Cristo. Per la Liturgia occidentale ricordiamo per esempio una inlatio della Liturgia ispanica ed una bella preghiera eucaristica della Liturgia gallicana in onore della Vergine Assunta in cielo.7
      Secondo l'intuizione della Marialis Cultus (16 e ss.) la memoria della Vergine nella Liturgia porta con sé il senso della esemplarità. Non è quindi difficile stabilire un certo parallelismo fra gli atteggiamenti oranti della Chiesa espressi nella preghiera eucaristica e quelli di Maria. Infatti:
      La Chiesa loda e ringrazia il Signore facendo memoria delle sue opere salvifiche, come la Vergine del Magnificat.
      Chiede ed ottiene il dono dello Spirito, come Maria lo ha chiesto ed ottenuto a Nazaret ed al Cenacolo.
       Offre e si offre insieme a Cristo come la Madonna al tempio di Gerusalemme e ai piedi della Croce.
      Intercede per la salvezza di tutti come la Madre di Dio a Cana di Galilea ieri, e oggi in cielo dove è per sempre Deisis perenne.
      A questi atteggiamenti tipici della preghiera, bisogna aggiungere che Maria è modello della Chiesa nella sua comunione con Cristo che avviene per la «simbiosi» con Lui, attraverso il corpo e sangue del Signore.
       Bastano questi rapidi cenni dottrinali per offrire un solido fondamento alle nostre considerazioni sulla memoria di Maria nella celebrazione encaristica. Infatti:
      1. La memoria propria e privilegiata della Madre di Dio avviene sempre, ogni giorno, nel cuore stesso dell'Eucaristia, sia per il ricordo esplicito che fa la Chiesa nella preghiera eucaristica, sia per quell'atteggiamento implicito mariano con cui la Chiesa stessa vive, con lei e come lei, il memoriale della morte e risurrezione del Signore.
      2. Dal cuore stesso della celebrazione si può giustamente irradiare il nome e la presenza della Vergine ad altre parti della Messa, per sottolineare ed esplicitare quanto la Madre di Dio sia legata al mistero eucaristico e quanto la sua memoria incida in una autentica celebrazione del mistero che deve essere portata ad una spiritualità mariana dalle profonde ed insospettabili radici liturgiche.
      3. Ogni esplicitazione e ricordo mariano della Liturgia eucaristica sarà sempre subordinato al senso della presenza mariana nell'Eucaristia, e cioè alla sua indissolubile unione con il mistero di Cristo e alla esemplarità con Maria stessa, che ci insegna a celebrare e a vivere sotto l'azione dello Spirito Santo.8

IL «CORPUS MARIALE» DEL MESSALE E DEL LEZIONARIO

      Per una retta utilizzazione di tutte le risorse a nostra disposizione per far memoria della Vergine nella celebrazione eucaristica, conviene raccogliere in una specie di «inventario», gli elementi più qualificati del Messale e del Lezionario Romano. La stessa Esortazione Marialis Cultus ci offre lo spunto per rilevare e valutare questo Corpus mariale (cf MC 2-12).
      Le preghiere eucaristiche e i prefazi
      In tutte e quattro le preghiere eucaristiche, come abbiamo rilevato, esiste una qualificata memoria della Madre di Dio, con una certa varietà di accenti. Non bisogna dimenticare altre anafore il cui uso è facoltativo, in certe circostanze, e che offrono opportuni riferimenti a Maria, come le anafore per la Messa con i fanciulli e le due preghiere eucaristiche della Riconciliazione.9   Tra i prefazi che alludono al mistero di Maria ricordiamo il II di Avvento; il II e IV delle domeniche per annum; il VI del tempo ordinario. A questi bisogna aggiungere i due prefazi della Madonna e i tre delle solennità dell'Incarnazione, dell'Immacolata Concezione e dell'Assunzione di Maria in cielo, autentici gioielli di eocologia rinnovata. Se a questi saranno aggiunti i prefazi delle Messe di Santa Maria Madre della Chiesa, nelle prossime edizioni del Messale Romano, avremo una vasta scelta di prefazi mariani, ricchi di contenuto dottrinale e di entusiasmo celebrativo.10
Formulari di Messe
      Tra i formulari della Messa che offrono riferimenti al mistero di Maria e che possono eventualmente essere utilizzati secondo le rubriche, notiamo:
      * alcune Messe delle ferie di Avvento che precedono il Natale, in modo speciale quella del 20 dicembre con una splendida colletta, e quella della IV Domenica con una significativa preghiera sulle offerte che raccoglie elementi di un'antica epiclesi;
      * le Messe del tempo di Natale assegnate per il lunedì, martedì e sabato;
      * i tre formulari completi del comune della B.V.M., più un formulario con le preghiere, e tre altre Messe rispettivamente per il tempo di Avvento, Natale, Pasqua; quest'ultimo con una colletta in preparazione alla Pentecoste.11 A queste si aggiungeranno una o più Messe votive di Santa Maria Madre della Chiesa;
      * i formulari completi o parziali delle Solennità della Vergine (o anche delle Solennità del Signore con particolari riferimenti mariani, come è il caso del 25 marzo) delle feste e delle memorie che potrebbero essere convenientemente adoperate secondo le rubriche in particolari circostanze.12
Eucologia minore
      Notiamo ancora la possibilità di un inserimento mariano in alcuni momenti caratteristici dell'eucologia minore della Messa:
      * nelle formule dell'atto penitenziale (prima formula e terza ad libitum) già ci sono riferimenti mariani che ovviamente potrebbero essere arricchiti;
      * la preghiera dei fedeli nell'ampiezza permessa dalla Liturgia attuale rimane anche uno spazio aperto al contenuto mariano;13
      * nelle benedizioni solenni è previsto un formulario per le feste della Madonna.
Il Lezionario
      Il Lezionario offre una ricca scelta di letture per le Messe in onore della B.V.M. Inutile sottolineare che questa scelta non è esaustiva, anche se i grandi testi mariani della Scrittura sono ivi contenuti. Altre letture si trovano nelle solennità, feste e memorie della Vergine; comunque la lettura della Scrittura offre ben più ampie possibilità di celebrazione e catechesi biblica sul mistero di Maria.14

ALTRI ELEMENTI MARIANI
DELLA LITURGIA EUCARISTICA

      A questi elementi tipicamente eucologici del Messale e del Lezionario che formano un ricco Corpus mariale capace di soddisfare le esigenze dottrinali e spirituali di una degna celebrazione mariana, bisogna aggiungerne altri che sono lasciati in qualche modo a scelta. Fra questi le monizioni e la predicazione omiletica e i canti. Lasciando il discorso sulle monizioni e l'omelia, diciamo qualcosa sulle antifone che possono essere sostituite da altri canti mariani:
      * l'antifona di ingresso può essere convenientemente sostituita da un altro canto mariano che a sua volta può ispirare la monizione introduttiva e raccogliere il senso della celebrazione (tempo liturgico, occasione particolare, situazione della comunità;
      * l'antifona di comunione dovrebbe essere sostituita da canti che mettano esplicitamente in rilievo il senso della comunione eucaristica, magari con riferimenti al mistero di Maria e della Chiesa; il canto del Magnificat è sempre un ottimo elemento di «eucaristia», con le parole stesse della Madonna;
      * il canto finale, anche se non previsto tra le antifone dei formulari del Messale, si presta ad una forte colorazione mariana, secondo una legge della eucologia ecclesiale che viene rispettata nella Compieta; alla fine delle sue preghiere la Chiesa volge il suo sguardo a Maria per implorare la sua intercessione oppure per contemplare in essa il traguardo finale al quale conduce ogni celebrazione del mistero di Cristo. Ci troviamo quindi davanti ad una grande ricchezza da sfruttare con intelligenza dottrinale e senso pastorale. Per quanto riguarda gli elementi lasciati a scelta bisognerebbe avere cura di una oculata selezione di canti:
      * il criterio oggettivo deve essere dato dalla celebrazione stessa, dai testi del Messale e del Lezionario;
      * il criterio pastorale deve essere integrato guardando alle assemblee, alle loro esigenze e possibilità; oggi ormai si impone una progressiva selezione di canti nella quale bisogna privilegiare per la Liturgia quelli che per contenuto e per forma letteraria si possono considerare degni di entrare a far parte della Liturgia della Chiesa.

ORIENTAMENTI PASTORALI SPECIFICI

      Per una retta utilizzazione del materiale eucologico e guardando alle diverse situazioni di celebrazioni eucaristiche congiunte alla memoria della Vergine possiamo indicare alcuni criteri orientativi.
Le celebrazioni mariane del ciclo liturgico
      Non ci sono speciali difficoltà in questo campo. La Chiesa ci offre i formulari della preghiera e della parola, cardini di ogni celebrazione e punto di partenza per l'integrazione di tutti gli altri accorgimenti pastorali.
       La responsabilità cade su una sapiente integrazione di elementi liturgici quali le didascalie o monizioni e la predicazione, che devono trarre ispirazione dalle sorgenti della Bibbia e della Liturgia 15
Carattere mariano di alcune celebrazioni
      In particolari circostanze, si può dare un tono mariano ad una celebrazione inquadrata nel tempo ordinario o in altri tempi liturgici particolari. Così, ad esempio, è lodevole mantenere il carattere mariano della Messa del sabato, anche quando le rubriche non consentono l'utilizzazione di uno specifico formulario mariano. In casi particolari (speciale devozione e celebrazioni care alla tradizione di qualche Chiesa o famiglia religiosa), si può ricorrere ai formulari proposti dalla Chiesa per il comune della B.V.M., secondo i diversi tempi liturgici (Avvento, Natale, Tempo Pasquale). Nulla vieta però che mantenendo la celebrazione propria (memoria di un santo o ferie di Avvento, Natale, Quaresima, Pasqua) i canti o la preghiera dei fedeli, la predicazione e le monizioni possano sottolineare l'impronta mariana data alla celebrazione eucaristica.
Occasioni particolari
      Per andare incontro a particolari bisogni celebrativi in onore della Beata Vergine (santuari, pellegrinaggi, novene e tridui ecc.) resta valida l'imposizione pastorale data dal n. 313 delle norme del Messale Romano, che concede ampie facoltà per la scelta dei testi della Messa, con l'esemplificazione dei numeri seguenti. Tra i moltissimi casi che possono darsi notiamo alcuni dei più ricorrenti:
      * Una celebrazione mariana particolare. Nel caso in cui non ci sia un formulario approvato per la diocesi o per la famiglia religiosa, si può fare una scelta dei formulari del Messale e del Lezionario che più si sintonizzano con il mistero celebrato, ricorrendo alla ricchezza del Corpus mariale del Messale Romano. Certe devozioni e certi titoli mariani privi di valide radici bibliche e teologiche, richiedono sobrietà negli elementi maggiori della Liturgia; per questo è bene ricorrere ai testi più densi e sicuri. Le didascalie e la preghiera dei fedeli possono invece essere più aperte a cenni particolari. Si può evitare così la smania di creare Messe per titoli non collaudati da una tradizione liturgica valida.
      * Un ciclo di celebrazioni mariane. Con frequenza si cerca di celebrare la preparazione di una festa o solennità di Maria con relativo triduo o novena, inseriti ormai in una Eucaristia. Si tratta allora di ordinare tutta una serie di celebrazioni eucaristiche mariane con un certo programma, in equilibrata armonia e con una certa progressività. Il criterio che giustifica questo ciclo può essere quello della devozione del popolo. Rimane quindi valida la norma del Messale Romano n. 313, ma con la applicazione delle norme seguenti che vogliono salvaguardare il carattere pastorale delle domeniche e solennità, nonché quello di alcune ferie dei tempi di Avvento e di tutta la Quaresima.       In questi casi l'ordinamento, bene studiato e proposto con senso pastorale, può ispirarsi a due criteri fondamentali:
      Il primo potrebbe essere quello della celebrazione di un «ciclo mariano» sintetico che percorre il mistero ed il cammino di Maria come è tracciato nel Vangelo e nelle celebrazioni liturgiche mariane: Annunciazione, Visitazione... Assunzione. La scelta delle letture, tratte dal Lezionario mariano, può essere armonizzata con la scelta di formulari corrispondenti nel Corpus mariale del Messale Romano.
      Oppure, si può fare un'altra selezione di testi biblici a temi per la celebrazione della parola. In questo caso la scelta è più difficile e rischia di diventare moralistica se non si segue un criterio prettamente biblico-pastorale. Si potrebbero così scegliere testi biblici mariani adatti, oppure altri testi che possono essere applicati alla Madonna, essendo essa pur sempre «Vangelo vivente», Donna e Madre della Parola di Dio. Si può comunque seguire il lezionario feriale o domenicale lasciandosi ispirare dalla Parola di Dio con un'adeguata esegesi mariana.
      Si tratta sempre di mettere in risalto che una degna celebrazione del mistero mariano va accuratamente preparata anche nei minimi particolari, soprattutto quando si tratta di un ciclo progressivo di celebrazioni eucaristiche.

RILIEVI CONCLUSIVI
DI SPIRITUALITÀ LITURGICA

      Una sapiente applicazione pastorale degli orientamenti esposti deve essere guidata da alcuni princìpi fermi di spiritualità liturgica che insistono costantemente sul come e sul perché delle celebrazioni per suscitare la riflessione comune e l'adeguata preparazione e partecipazione della comunità. Ne indichiamo alcuni:
      1. Nella predicazione e nella celebrazione bisogna privilegiare la memoria quotidiana e qualificata della Vergine nel cuore stesso dell'Eucaristia, con quanto questa memoria mariana contiene di presenza oggettiva, di risonanza dottrinale, di impegno, di esemplarità per tutta la Chiesa.
      2. Saper cogliere la presenza mariana in tutte le celebrazioni liturgiche maggiori, specialmente le Solennità del Signore. In maniera analoga sottolineare con celebrazioni degne le solennità, feste e memorie della Vergine Maria nell'anno liturgico.
      3. Per conservare la piena oggettività del principio che Maria è modello della Chiesa nell'esercizio del culto divino, non tralasciare i pertinenti riferimenti mariani nei tempi liturgici d'Avvento, di Natale, Quaresima e Tempo Pasquale, con il suo tratto finale di preparazione alla Pentecoste.
      4. Riservare sempre al sabato il suo carattere mariano sia con la scelta di formulari propri, sia con canti e monizioni quando non è possibile, secondo le rubriche, adoperare i formulari mariani.
      5. Ripensare in chiave biblico-liturgica l'ordinamento dei tridui, novene, ecc. in onore della Madonna.
       6. La Liturgia mariana risplenderà, come Maria stessa, per la sua presenza discreta, il suo costante riferimento a Cristo e alla Chiesa. Un senso di armoniosa bellezza deve esprimere la via pulchritudinis che non deve essere solo della teologia mariana, ma anche di ogni celebrazione mariana.16
      7. Finalmente ricordiamo che lo scopo di celebrare Maria, ancella e ministra del Mistero pasquale, deve portare a far fruttificare l'Eucaristia in santità ecclesiale ed in servizio dei fratelli.       L'Esortazione Marialis Cultus ricorda che Maria è maestra di vita spirituale per tutti i cristiani; il suo insegnamento, frutto maturo della celebrazione dei suoi misteri, è quello di condurre i fedeli a vivere in tutto lo splendore il mistero del sacrificio pasquale di Cristo: «Il sì di Maria è per tutti i cristiani lezione ed esempio per fare dell'obbedienza alla volontà del Padre la via ed il mezzo della propria santificazione» (n. 21).

NOTE

      1 Per una trattazione dottrinale del tema specifico cf. L. Ligier, La Vergine nella eucaristia della Chiesa, in AA.VV., La Madonna nel culto della Chiesa, Brescia, Queriniana, 1966, pp. 63-87. Abbiamo offerto un contributo specifico nel nostro articolo: J. Castellano Cervera, El Espíritu Santo y la Virgen María en la plegaria eucarística. Tradición eucológica y reflexión teológica: «Ephemerides Carmeliticae» 27 (1976) pp. 52-79.
      2 In proposito cf. Ignazio M.Calabuig, Spiritualità mariana e spiritualità liturgica, in AA.VV., La Madonna nel culto..., pp. 219-240; J. Castellano Cervera, La Vergine nella liturgia, in AA.VV., Maria mistero di grazia, Roma, Teresianum, 1974, pp. 88-119.
      3 Una illustrazione concreta nei due articoli citati nella nota 1.
      4 J. Castellano Cervera, a.c. (nota 1) pp. 54-61.
      5 Ib., pp. 61-68 con esempi di tutte le tradizioni liturgiche.
      6 Anafora di Maria Vergine figlia di Dio ed Anafora della nostra Signora Maria, Madre di Dio. Testo in Prex Eucharistica. Textus ex variis liturgiis antiquioribus selecti, Fribourg 1968, pp. 160-167 e 201-203.
      7 La «inlatio» della liturgia ispanica si può vedere in AA.VV., La Madonna nel culto della Chiesa, pp. 167-168 con altri esempi per diversi tempi liturgici. L'anafora gallicana in onore dell'Assunzione della Vergine in cielo in V. Martín Pindado - J.M. Sánchez Caro, La gran oración eucarística. Textos de ayer y de hoy, Madrid 1969, La Muralla, pp. 365-368.
      8 MC, 21 e 28.
      9 A queste preghiere eucaristiche bisognerebbe ormai aggiungere i formulari della preghiera eucaristica del Sinodo dei cattolici in Svizzera, approvate anche per l'Italia dalla Sacra Congregazione per i Sacramenti ed il culto divino. Gli accenni alla Madonna in queste preci sono piuttosto poveri.
      10 Per il testo, ed in attesa della loro inserzione nel Messale Romano per l'Italia, cf. I.M. Calabuig, Tre messe in onore della Beata Vergine «Madre della Chiesa»: Marianum 36 (1974) pp. 70-78.
      11 Ribadiamo l'osservazione, fatta anche da altri liturgisti, circa la povertà teologica dei formulari del comune della B. V. Maria, se si escludono i formulari per i tempi di Avvento, Natale, Tempo Pasquale. Si sente la mancanza di un formulario che metta nel debito risalto la presenza di Maria in Quaresima e nel tempo di Passione.
      12 Per una presentazione dei formulari liturgici cfr. AA.VV., Il culto di Maria oggi. Sussidio teologico pastorale, a cura di W. Beinert, Roma, Edizioni Paoline, 1978, pp. 105-255, con una esposizione del senso storico e liturgico delle singole feste. Cf. anche AA.VV., Solennità e feste della B.V.M., in Il Messale Romano del Vaticano II, vol. II, Torino Leumann, LDC, 1981.
      13 La preghiera dei fedeli potrebbe contenere anche un elemento mariano con una risposta che indichi l'intercessione della Vergine per le intenzioni proposte, per es. Santa Maria, prega per noi.
      14 Per una lettura liturgica del Lezionario mariano cf. M. Masini, ed., Il Lezionario mariano. Commento esegetico e pastorale del lezionario mariano, Brescia, Queriniana, 1975.
      15 Esprimo un voto e faccio una proposta. Oggi nella Chiesa esistono formulari di messe in onore della B.V.M. di ottima qualità dal punto di vista della dottrina e della forma; penso specialmente al ricco contributo fatto dalla Commissione Liturgica Internazionale dei Servi di Maria; auspico una communio bonorum anche in questo campo liturgico affinché il meglio delle composizioni liturgiche mariane possa diventare patrimonio comune della Chiesa per una degna celebrazione della Madre di tutti.
      16 Riteniamo il principio della via pulchritudinis, proposto da Paolo VI nel suo discorso ai partecipanti al Congresso Mariologico-mariano celebrato a Roma nel maggio 1975; cf. Insegnamenti di Paolo VI, XIII (1975), p. 528. Una logica applicazione di questo principio alla liturgia deve curare la bellezza della liturgia mariana, e per conseguenza di ogni celebrazione liturgica che è sempre «mariana».




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